Ceramica

Caratteristica è la produzione di ceramica con scelta di disegni e colori secondo modelli locali. È una produzione la cui origine è conosciuta e che, comunque, fin dal 1500 si rivelò come una delle più apprezzate di tutto il bacino mediterraneo. L’arte della ceramica diede lustro e decoro al piccolo centro di Calvello. La produzione si è sempre basata sulla lavorazione della creta, un composto particolare ed esclusivo locale, utilizzato per la produzione di manufatti di ogni genere. Impronte uniche e prestigiose resero nel tempo famosa la produzione. La creta veniva plasmata in botteghe e laboratori a conduzione familiare, con toni rudimentali, quasi primitivi: una sapienza antica permetteva di passare dall’impasto agli oggetti che venivano, spesso, cotti in forni a legna. Mentre i padri ed i figli lavoravano sulla materia prima, le donne pestavano i mortai, dosavano le varie componenti per la decorazione e dipingevano quell’ “Uccello”, che è rimasto la vera specialità dei figuli di Calvello. Intere generazioni di figuli, detti faenzari, hanno celebrato nei vecchi forni o frantoi della creta del quartiere ceramico di Calvello, motivi mutuati dalla ceramica greca e da quella faentina.

Lavorazione
della
ceramica
calvellese

Si prende il blocco di argilla, si mescola e si batte con forza per eliminare ogni porosità. Viene poi passato al tornio a pedale, sia a mano libera, sia con l’aiuto di stampi di gesso che danno il profilo esterno o quello interno dell’oggetto. I pezzi ottenuti essicano, quindi, naturalmente. Questa fase è conosciuta come foggiatura. La prima cottura che subiscono gli oggetti viene definita biscottatura, ed è diversificata a seconda dei prodotti. Questa fase dura circa dodici ore. Abbiamo poi la verniciatura che consiste nel ricoprire gli oggetti con un sottile strato di vernice, detta più specificatamente cristallina o vetrina e si procede poi alla pittura che si esegue con colori vetrificabili. Infine gli oggetti smaltati, dipinti e debitamente coperti di cristallina, vengono sottoposti alla seconda cottura a temperatura variabile fra gli 850° e 960° circa. I motivi che caratterizzano i colori e le raffigurazioni traggono spunto dalla peculiarità del posto e dai prodotti del luogo.